Fotografi VS Fotoamatori: un’altra storia


Il tempo passa ma la diatriba resta e (a mio parere) diventa sempre più ridicola. Di solito non mi lancio i questo genere di “articoli” o meglio considerazioni che invece sembra spopolino sul web e sui blog dei miei colleghi fotografi, ma dato che siamo in un paese democratico (il web :p) anch’io dirò la mia a riguardo così un giorno potò dire: «ahaha! anch’io ne ho parlato».

Premetto che a mio avviso tutto il mercato che ruota in torno alla fotografia è un mercato incentrato su chi compra (ed è risaputo che chi spende per la fotografia non sono i fotografi ma i fotoamatori) quindi tutto il mercato è incentrato su di loro e sui nuovi potenziali clienti, quindi sappiamo benissimo che Nikon, Canon, Sony, Leica, ecc creano e fanno ricerca nel settore solo per soddisfare le esigenze di un consumatore specifico (questo anche a testimonianza del fatto che qualsiasi centro assistenza specializzato non offre canali preferenziali per i professionisti che spesso sono costretti ad aspettare settimane per riavere attrezzature in riparazione che utilizzano per lavoro quotidianamente, mentre i centri assistenza sono pieni di attrezzature di altri consumatori fruitori della fotografia in modo occasionale – attenzione questo non in senso dispregiativo sia chiaro!).
Detto questo vorrei subito chiarire che io non sono ne pro ne contro la fotografia come hobby anzi sono spesso “invidioso” delle potenzialità e capacità espressive di moltissimi fotoamatori che possono dedicare il loro tempo libero a questa splendida disciplina, e sono sempre entusiasta nel vedere come un “non professionista” riesca ad esprimersi spesso molto meglio di uno che la fotografia la “mastica” quotidianamente (ovviamente senza generalizzare).
La cosa che mi fa ridere invece è l’atteggiamento di molti (anzi moltissimi) colleghi, anche blasonati, professionisti che lavorano per riviste, per giornali, per enti importanti che spesso e volentieri si lanciano contro l’appassionato di fotografia come un “animale senza controllo”. Spesso dietro attacchi apparentemente cinici e disinteressati (da chi pensa di essere ai piani alti di un industria e con la coda dell’occhio osserva inorridito le formiche operaie sotto di lui) si cela una forte dose di invidia e malcontento, un male interiore di chi frustrato non sa che altro fare se non dispregiare il suo stesso passato (con moltissima probabilità). Ovviamente potrei linkare una serie di articoli di persone (fotografi) “autorevoli” che si atteggiano a Dei della fotografia e a “so tutto io”, e che scrivono sui loro blog proprio con questi atteggiamenti arroganti e disprezzanti. (per buonismo non metto link ma tanto so che l’80% di chi leggerà sa di chi sto parlando tanto sono famosi questi personaggi e l’altro 20% può fare una rapida ricerca su internet per scoprire questi autorevoli blog).
La realtà è che molti pensano che la fotografia sia solo un hobby, molti altri la ritengono un lavoro, e purtroppo la verità non è ne da una parte ne dall’altra e nemmeno nel mezzo. La fotografia è una disciplina molto particolare che è diversa da tantissime altre discipline: per certi aspetti potrebbe essere annoverata tra le arti, ma non è del tutto vero, quindi c’è un incomprensione di fondo che crea scompiglio e confusione.
La fotografia è in base a come la si approccia, potrebbe essere un arte se chi la pratica ha un attitudine e una sensibilità a ciò che lo circonda maggiore rispetto alla massa (ma attenzione perché è definita “arte” – vera arte – qualcosa che va oltre non qualcosa di non-definito, e auto-definirsi “artisti” è quanto di più ridicolo possa esistere); ma la fotografia può anche non essere arte (anzi per la grandissima maggioranza non lo è), fare fotografia (come professione) non è fare una foto bella ma è saper soddisfare le esigenze di un cliente (non ci dimentichiamo che tutte le immagini presenti su qualsiasi cosa – giornali, volantini, banner, cartelloni, confezioni si surgelati, ecc – sono fotografie fatte da professionisti che si occupano di fotografia) quindi fare il fotografo non significa solo apparire insieme alle modelle superfighe, o fare a cazzotti per le strade di Milano per fotografare una blogger o altro, ma significa riuscire a soddisfare un cliente e a mio avviso noi dovremmo preoccuparci “solo” di questo. Dall’altra parte ci sono i fotoamatori che invece per hobby possono fare ciò che voglio e a mio avviso possono pure sentirsi ciò che vogliono, perché mai a noi dovrebbe interessarci?

A) perchè ci fregano i clienti ——> probabilmente i tuoi clienti non vedono la differenza tra te e l’hobbista di turno e quindi dovresti tu in primis farti un esame di coscienza sulla qualità del tuo lavoro

B) perchè mi irrita vedere i loro atteggiamenti da superfighi ——> è certamente un tuo problema di autostima personale

C) reputo che possano rovinare il mercato creando un immagine della fotografia sbagliata ——-> O.o’ perché dovrebbero? Probabilmente il cliente che si è rivolto ad un non professionista per realizzare un servizio professionale lo ha fatto a seguito di una brutta esperienza con un professionista ed ha pensato di ottenere la stessa qualità (o quasi) a molto meno (senza considerare che la gran parte delle volte questo non è un problema indotto dal fatto che sono le stesse agenzie di comunicazione a contattare i singoli fotografi per realizzare le campagne e che quindi sono loro i primi a non investire sull’immagine a beneficio di un loro tornaconto economico personale quindi non scarichiamo colpa su ci non la ha).

E poi è normale che un ragazzo che vuole intraprendere la strada del professionismo debba sperimentare e buttarsi nel mercato..lo si fa in tutti i settori solo che i fotografi sono “gelosi” dei loro fantomatici “segreti professionali” (ma quali segreti!!!) e non prendono assistenti per la paura di “essere derubati della loro arte” (aahaaha…scusate se rido). Il fotografo non ha segreti ha un Cuore, una Mente, una cultura personale e la capacità (o attitudine) di saper dire qualcosa con le immagini, non ci sono macchine fotografiche, obbiettivi o attrezzature che fanno belle foto, non ci sono segreti e anche la post-produzione è frutto di una idea non una operazione meccanica.
La verità è che non tutti i fotografi lavorano con un cuore, con la mente e con delle idee personali ed è questo il punto…sono loro quelli che temono, quelli insicuri quelli che hanno paura di rimanere senza clienti (sempre quelli con i problemi di autostima), ma loro non si accorgono di essere i primi Non-fotografi, di essere dei semplici operai della fotografia, passivi nel loro modo di operare, monotoni, meccanici e metodici, mentre la fotografia è tutt’altro è sperimentazione continua, dinamicità, voglia di cambiare, mutare, creare, ed esprimersi sempre in modo nuovo, andare alla ricerca del particolare, dell’invisibile, voglia di raccontare e NON voglia di mostrarsi agli altri (certo per questioni di marketing è opportuno anche mostrarsi ma non deve essere l’obbiettivo ma solo una necessità e furbizia di mercato).
Se il fotografo lavorasse bene amerebbe il fotoamatore, e lo guiderebbe nella giusta direzione più che sgambettarlo, beffeggiarlo e deriderlo nelle piazze al primo errore di esposizione.
Il fotografo che sgomita tra le sfilate di moda (per lavoro), o si sveglia la mattina alle 4:00 (sempre per lavoro) per fotografare alle 6:00 l’interno di un bar vuoto dalla gente e pronto per servire i clienti in tutta la sua abbondanza del mattino, o che investe -mila euro per un viaggio in un luogo sperduto “solo” per raccontare una storia (una storia in cui crede) e poi passa mesi a seguire la scrittura di un libro con la speranza di poterlo vedere a qualche editore interessato, o che passa giorni chiuso in studio a fotografare taralli, mozzarelle, biscotti, oli, vino, bicchieri, scarpe che poi andranno sui vari cataloghi, confezioni, ecc, o ancora che studia un servizio fotografico nuovo e accattivante per uno stilista, sviluppando un’idea, un set, un concept per poi passare altrettanto tempo in studio a realizzarlo e altrettanto davanti al computer per editarlo e svilupparlo, e… – ce ne sarebbero molti altri di casi da esplicitare ma mi limito a questi – tutti questi esempi per dire che la fotografia è un lavoro e il fotografo questo lo sa, forse il fotoamatore spesso se lo dimentica, ma il fotografo non può dimenticarlo. Il fotoamatore non è obbligato a sapere tutto questo, lui deve solo dare sfogo alla sua passione, alla sua voglia di immaginare, e questo non so come possa ledere un’attività come quella fotografica.
Poi vediamo le mostre, gli spazi d’arte riempiti di immagini (alle volte belle, altre volte brutte, altre volte interessanti altre volte insignificanti), spazi d’arte in cui sono in mostra opere di artisti fotografi spesso presi dal bacino degli amatori altre volte prese dal bacino dei fotografi; in questi casi (entrambi) mi aspetto che qualcuno competente, cioè qualcuno che sa leggere oltre l’immagine, che vede un concetto, che riesce a vedere oltre, abbia capito il senso dell’opera che lui stesso propone, dandola in fruizione a chi andrà alla mostra per osservare, per arricchirsi di nuovi contenuti, di nuove essenze celate nelle opere degli artisti. La fruizione di un opera (sia fotografica sia di qualsiasi altra disciplina artistica) è un’operazione complessa, artificiosa che richiede un esperto che possa dare un cardine ai discorsi psicologici dell’artista in base alle sue origini ai suoi perché concettuali, e alle sue emotività; dovrebbe essere l’esperto curatore a dare l’intreccio giusto, il legame degli elementi e rendere un insieme di opere “potenzialmente artistiche” come effettivamente opere d’arte; credo sia questo il passaggio che innalza un fotografo (nel caso della fotografia) ad artista fotografo (prima di questo a mio avviso non ci si può definire tali, nessuno può essere artista perché ha fatto una foto/opera per quanto bella/particolare/mossa possa essere, prima del consenso di un esperto d’arte, una immagine, può essere definita solo “forma di espressione personale” poi dopo può essere eletta a “opera d’arte” come se acquistasse un titolo..io credo e reputo sia giusto così, anche nel campo dell’arte si deve essere sottoposti a un giudizio autorevole, che possa definirci in un modo piuttosto che in un’altro, come accade in qualsiasi altro settore e come è sempre stato nel mondo dell’arte passata)

Il campo della fotografia è immenso, le vie di espressione infinite e gli operatori del settore moltissimi (tendenti ad infinito), perciò è difficile giudicare, crearsi un percorso, produrre ottimo materiale, c’è sempre molta arroganza (come spesso accade in altri settori), c’è molta concorrenza (li libero mercato è una cosa buona e giusta se si affronta ad armi pari – parlo dell’inquadramento fiscale -), c’è gente che pensa di sapere (ma anche questo capita in tanti altri settori), io penso solo che se si ama la fotografia (e questo dovrebbe essere sia nel professionista sia nell’amatore) allora si è dalla stessa parte e non da due parti opposte come nemici in guerra, ci si deve affiancare, e si deve avere Rispetto li uni degli altri (parlo sia dei fotoamatori che spesso di nascondono dietro una finta umiltà per passare dalla parte dei poveri bastonati e che poi alla prima occasione prendono soldi in nero per lavori di vario genere – e questo è sbagliato sia eticamente che fiscalmente – sia dei fotografi che si nascondono impavidi dietro finiti miti e pseudo leggende, vantando e pretendendo cose che non stanno ne in cielo ne in terra)

Ora che ho scritto tutto sto papiro che NESSUNO (o quasi) leggerà mai..potrò dormire anch’io sogni tranquilli, perché tanto il mio contributo all’argomento l’ho dato anche se rimarrà in un angolino sperduto del web a fare muffa e polvere, perché il mio blog non è ancora tra quei link cliccati e gettonati dell’era moderna (o per lo meno non ancora :p)..ma arriverà un giorno…..ahahah :p

Buona Fotografia a tutti.. 🙂