la fotografia e la solitudine

Come sempre parto con il sottolineare che la fotografia non è uguale per tutti. Ogni fotografo ha una propria identità; ma ormai è da tempo che ci rifletto su e capisco come la fotografia (nel bene o nel male) mi faccia stare solo.
Tutto risiede in come ci si approccia ovviamente alla fotografia, vi porto a casa mia in un certo senso, nel mio mondo.
Quando fotografo sono sempre a contatto con moltissime persone, chi mi circonda, il mio team (con cui mi rapporto costantemente) oppure con i clienti (che possono o meno coincidere con i miei soggetti), ma quando scatto, nel momento in cui sono con la macchina fotografica in mano, quando porto il mirino all’occhio ed osservo, vengo come avvolto. Tutto ciò che mi circonda si ovatta ed io mi sento proiettato in un’altra dimensione. La mia solitudine.
Forse starete pensando che possa esagerare nell’ammettere ciò, ma alle volte credo che essere sinceri con se stessi sia la cosa più importante per potersi comprendere al meglio e potersi migliorare.
La sensazione è velata, inconscia, ci sto riflettendo ora che sto scrivendo perchè è da tempo che sento sulla pelle questa vibrazione.
Forse man mano che maturo, che proseguo il mio percorso fotografico, si delinea sempre di più un carattere, un modo di essere dietro la macchina, un modo di essere che prende forma e si plasma con i miei pensieri ed esperienza.

I piccoli aspetti della vita di tutti i giorni penso che influiscano su questa sensazione di solitudine che avvolge l’atto del fotografare.
Tutto questo, sia chiaro, non lo ritengo un aspetto negativo, ne positivo, sto solo cercando di metterlo nero su bianco, analizzarlo per capirlo, per potermi comprendere meglio; mi sento del tutto fortunato a riuscire a isolarmi dietro e dentro qualcosa, mi permette di concentrarmi e di produrre meglio, di non essere distratto, entrare nelle situazioni, nelle persone, nei fatti, o nelle forme che mi circondano. è una sensazione strana, forte e coinvolgente. Sono certo che ci siano altri amici o colleghi che provano questo tipo di sensazione quando fotografano, e sono convinto che ce ne sono molti altri che invece provano sensazioni del tutto contrastanti la mia…è questo il bello di un lavoro che non ha schemi, regole, e si basa solo su sensazioni, passione e amore.